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Sei un appassionato utilizzatore di Twitter, e non sopporti che il social network ti imponga un limite di 140 caratteri per i tuoi pensieri e le tue riflessioni? Ebbene, non disperare: c’è qualcosa che puoi fare per poter allungare il numero di caratteri utilizzabili. Vediamo insieme quali sono i “trucchi” più facili e immediati!

Sfrutta gli screenshot!

Il trucco più semplice per poter scrivere più caratteri su Twitter è quello di utilizzare gli screenshot: ti basterà scrivere il tuo messaggio di testo in un editor di testo, “scattare” l’istantanea e incollarlo come immagine su Twitter. In questo modo i tuoi pensieri appariranno sotto forma di immagine, senza che tu abbia alcun limite da rispettare.

Usa i servizi appositi!

Se la soluzione di cui sopra ti sembra troppo rudimentale, hai altre frecce al tuo arco. Di seguito abbiamo selezionato tre servizi gratuiti che possono aiutarti a superare il limite dei 140 caratteri di Twitter:

  • Twishort: è un servizio semplice e pratico. È sufficiente andare sulla pagina principale twishort.com, effettuare il login con il tuo account Twitter, e scrivere il messaggio che desideri, superando i 140 caratteri. Su Twitter verrà mostrato l’inizio del tuo messaggio, seguito da un short url (un breve collegamento) dove poter leggere il proseguo.

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Figura 1 – La home page di Twishort

  • Tall Tweets: è uno dei servizi più famosi per superare il limite dei 140 caratteri (anzi, forse il più famoso!). Dopo aver fatto il login, ti permetterà di scrivere il contenuto che vuoi, scegliendo se vuoi mostrarlo suddiviso in più tweet consecutivi, oppure in un’immagine da inserire in un tweet.

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Figura 2 – La home page di Tall Tweets

  • TwitLonger: ha un funzionamento molto simile a Twishort. Una volta effettuato l’accesso, potrai scrivere ciò che ti pare, ben sapendo che il servizio mostrerà solo l’inizio del tuo messaggio, seguito da un collegamento dove sarà possibile leggere il resto.

Figura 3 – La home page di TwitLonger

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Attendi ancora un po’!

Se quanto sopra ti sembra complicato – ti assicuriamo che non lo è! – c’è un’altra cosa che puoi fare: attendere! Recentemente Twitter ha infatti annunciato la decisione di dare maggiore spazio ai contenuti testuali, attraverso la predisposizione di nuove regole semplificate, che renderanno il modo di usare il social network ancora più semplice e intuitivo. E, soprattutto, ti daranno maggiore spazio per scrivere i tweet!

Tra le righe delle nuove regole spicca infatti la scelta di far sì che le foto, i video e i sondaggi non vadano a impattare sul limite dei caratteri. Inoltre, potrai retwittare e citare i tuoi tweet, dando così vita a tweet fatti in passato, da integrare con nuovi commenti. Per il momento Twitter non ha reso noto a partire da quando saranno disponibili queste novità, limitandosi a un generico “nei prossimi mesi”. Non ti resta che attendere ancora un po’, oppure ricorrere ai trucchi che sopra ti abbiamo riepilogato.

Buon proseguimento!

E’ un momento molto caldo per i social network che stanno introducendo grandi novità nei loro portali. Dopo l’avvento di Paper negli USA anche Twitter starebbe preparando una mezza rivoluzione.

Secondo le indiscrezioni (non confermate) provenienti dal sito Mashable Twitter starebbe avviando una fase di test sulla riprogettazione grafica dei propri profili. Via il vecchio stream di notizie che l’ha reso famoso nel mondo per fare posto ad un layout che ricorda troppo Facebook e Google+.

Come possiamo vedere in questa foto:

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i nuovi profili sarebbero caratterizzati dalla foto del profilo in alto a sinistra e da una grande immagine di copertina così come avviene in Facebook. Il classico flusso di tweets verrebbe poi rimpiazzato da una collezione di box che ricorda molto l’ultimo Google+ e anche Pinterest per certi versi.

Di notizie ne circolano tante, quello che è sicuro è che dalle parti di Twitter sono molto scrupolosi nel lanciare nuovi layout o servizi e che dunque la fase di test sarà mediamente lunga. I giganti del web si copiano un po’ a vicenda rincorrendosi per un unico obiettivo cioè acquisire utenti. Da flusso testuale ad immagini e video.

Con questa mossa il social dei cinguettii ne uscirà snaturato ? Che ne pensi ?

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Sarà stata una coincidenza oppure no, fatto sta che in concomitanza con l’arrivo di Vine per Android scaricabile sul Play Store Twitter è andato giù per circa trenta minuti.

I problemi tecnici si erano verificati anche nei giorni scorsi con gli aggiornamenti dei tweet in tempo reale per molti utenti. Insomma crescono gli utenti e quindi anche i problemi di gestione.

Ma torniamo a Vine. Sul blog ufficiale di Twitter è apparsa proprio ieri la notizia del lancio ufficiale per gli utenti Android.

Avevamo parlato tempo fa in un’altro post di Vine, il servizio che permette di registrare e condividere brevi video della durata massima di 6 secondi su Twitter. E gli utenti sembrano apprezzare per ora attraverso video divertenti e creativi che fanno il giro del mondo grazie alla più popolare piattaforma di microblogging.

@ Gizmag
@ Gizmag

Nel post sul blog ufficiale Twitter conferma di avere raggiunto la ragguardevole cifra di 13 milioni di download e punta ad aumentare il suo bacino di utenti grazie anche alla popolarità di Android nel mercato degli smartphone.

Come su Iphone Vine permette di creare facilmente dei video e di scovarli facilmente grazie ad una funzionalità (Explore) un grado di monitorare facilmente le ultime tendenze. Rispetto alla versione per iOS ci sono ancora delle funzionalità da inserire come la possibilità di utilizzare la fotocamera frontale o lo share su Facebook passando per la ricerca via hashtag.

E’ già comunque un bel passo in avanti, vedremo nei prossimi giorni come reagiranno i possessori di Android.

Non è ancora disponibile nell’Itunes italiano eppure tutti già ne parlano. E’ il nuovo servizio #music di Twitter che si prepara, come dicono in molti, a rivoluzionare il settore della musica online.

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Ci hanno provato in molti, da MySpace ad altri ed hanno quasi sempre fallito. Le case discografiche si sono però dovute arrendere allo strapotere di Apple quando venne lanciato Itunes e furono degli accordi che hanno permesso a molte di loro di limitare i danni.

Per ora sul sito ufficiale http://music.twitter.com/ troviamo una pagina temporanea. In alcune versioni in lingua inglese di iTunes è possibile però già scaricare una App per Iphone e vedere alcune anteprime.

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Un micro ascolto in stile Twitter

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Twitter ci ha abituato a cambiare le nostre abitudini, sopratutto nella ricerca di notizie. Come dichiarano i fondatori, il nuovo servizio #music cambierà il modo in cui le persone trovano la musica.

Un servizio simile a Spotify ? Non proprio. Tramite la App su Iphone,infatti, sarà possibile ascoltare un estratto di un brano e condividerlo con un tweet sul proprio account in pieno stile Twitter. Il social ha però dalla sua una carta vincente : gli utenti.

Spotify potrebbe essere una applicazione fatta meglio e più completa ma non ha gli utenti. Come sappiamo invece le star della musica hanno quasi tutte un loro account su Twitter che usano regolarmente per tenersi in contatto con i loro fans e distribuire i propri aggiornamenti.

Un nuovo strumento pubblicitario ?

A poche ore dal lancio i risultati son buoni anche se in Italia non è ancora possibile usare #music. Tuttavia i tweets generati potrebbero essere altri dati preziosi che le major ed i social potrebbero sfruttare per monetizzare.

Grazie agli hashtag infatti twitter può diventare ancora di più uno strumento di marketing fondamentale per rilevare i gusti musicali degli utenti. A questi sarà possibile probabilmente proporre delle pubblicità in base al proprio genere preferito, dati fondamentali che sia l’alleanza Twitter-Apple che le major potranno sfruttare.

franco marini

L’Italia sta vivendo dei convulsi momenti: una classe politica assolutamente incapace non solo di governare ma probabilmente anche di rendersi conto di quale sia lo stato del paese reala sta trascinando tutti nel baratro. I cittadini comuni, invece, conoscono bene la situazione. Loro devono fare la spesa tutti  i giorni e non hanno indennità o rimborsi spese. Devono camminare per le strade sempre più insicure e non hanno la scorta. Devono pagare tasse sempre più alte e non hanno alcuna certezza di mantenere il proprio lavoro o, ancora peggio, il loro reddito se sono lavoratori autonomi o imprenditori.

E i cittadini esasperati vanno su internet, su Facebook, su Twitter, sui blog come quelli di Beppe Grillo e dei suoi tanti epigoni e seguaci per testimoniare la loro rabbia e frustrazione.

Alcuni hanno parlato di democrazia diretta, altri di tecnodittatura, altri ancora semlicemente di bar sport tecnologico. In effetti l’ultima definizione calza a pennello per la stragrande maggioranza dei discorsi di politica che si fanno su Facebook: zero approfondimento, di solito anzi si passa direttamente all’insulto contro tutta la classe politica.

Ma ci sono anche dei momenti in cui il sogno della democrazia sembra farsi realtà: pensiamo ad esempio alla grande mobilitazione di centinaia di migliaia di aderenti al Partito Democratico che hanno bloccato il tentativo di inciucio orchestrato da Silvio Berlusconi e incassata da Bersani che avrebbe portato Marini sul colle più alto. In questo caso centinaia di migliaia di cittadini si sono fatti sentire e sono riusciti a fare la voce così grossa gli stessi grandi elettori del Partito si sono spaventati e hanno dovuto fare marcia indietro. In questo caso non c’è stata una piattaforma di voto elettronico, semplicemente la Rete ha fatto da megafono, da piazza virtuale, per un intero popolo che proprio non capiva i propri dirigenti.

franco marini

 

L’inciucio che avrebbe portato all’elezione al Quirinale di Franco Marini è fallito per la sollevazione on line del Popolo Democratico

Ci sono poi i casi in cui si utilizza una piattaforma centralizzata che dovrebbe consentire una democrazia diretta compiuta. Pensiamo al commovente tentativo di Fare per fermare il Declino che sta cercando di rinascere dopo le deliranti bugie a ripetizione del fondatore Giannino. E pensiamo anche all’esempio più famoso, il Movimento 5 Stelle che ha organizzato proprio sul web le primarie per designare il proprio candidato al Quirinale, le cossiddette Quirinarie.

E’ evidente che in questo caso i dubbi sulla regolarità della consultazione sono più che legittimi. Per prima cosa hanno potuto votare davvero in pochi. In secondo luogo, la consultazione è stata annullata per una prima volta con il sospetto di un attacco hacker. Come è possibile che l’occhiutissimo team di Casaleggio si sia fatto sorprendere da un attacco? Probabilmente le consultazioni non stavano andando come Casaleggio aveva deciso e dunque ha deciso di ripeterle. Insomma, più che democrazia diretta nel movimento 5 Stelle vige la volontà dell’ennesimo Uomo della Provvidenza che dovrebbe risolvere i problemi dell’Italia. Peccato che tutti gli appartenenti a questa categoria (da Benito Mussolini a Silvio Berlusconi) di solito i problemi del Paese li hanno peggiorati (e di molto), non risolti.

Uno dei principali problemi per chi fa business su Twitter sui social network è quello della misurazione.

Per convincere gli investitori e le aziende che il social media marketing funziona c’è un unico modo : quello di portare dei risultati misurabili e concreti. Tutto questo non è facile anche perchè i social media sono relativamente giovani mentre in altri settori come il marketing sui motori di ricerca ci sono più dati storici e più strumenti.

Grazie a Twitter e Facebook nascono ogni giorno nuove startup che forniscono servizi più o meno gratuiti per fare una serie di cose interessanti. Oggi voglio parlare di una beta molto promettente che si chiama Twitonomy.

twitonmy

E’ un tool che permette di analizzare le statistiche di un account, basta eseguire il login direttamente con le proprie credenziali Twitter.

Dashboard

dashboard-twitonomy

Nella schermata generale troviamo una serie di dati aggregati, come le statistiche sul numero di tweet, re-tweet e citazioni oltre alla media suddivisa per giorno con informazioni anche sui nostri follower.

In alto a destra troviamo il link più interessante “Analyze a Twitter Profile” dove si può analizzare il proprio account o quello di un altro profilo.

Le statistiche

Nella schermata di analisi ci sono molte informazioni e grafici interessanti, in particolare sull’andamento storico dell’account con informazioni sugli account che abbiamo re-twittato di più o sugli hashtag più utilizzati.

Gli hashtag più utilizzati
Gli hashtag più utilizzati

Interessanti anche le suddivisioni per giorno e ora della giornata con le informazioni anche sulle piattaforme utilizzate. Tutti dati che i marketers possono analizzare per le proprie statistiche.

La distribuzione per giorno e i dati sulle piattaforme
La distribuzione per giorno e i dati sulle piattaforme

Un tool da seguire con interesse.

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hashtag

L’hashtag, il simbolo # anteposto ad una parola, è ormai diffusissimo su tutti i social network: da Twitter fino a Google+ passando per Instagram tutte le reti sociali consentono di organizzare le proprie conversazioni mediante questo simbolo. Oggi anche Facebook ha annunciato che i suoi utenti avranno la possibilità di taggare foto, stati, eventi e ogni altro contenuto mediante un hashtag.

hashtag

I vantaggi di questa innovazione sono innegabili: sarà possibile, ad esempio, scoprire subito tutto su un dato tema semplicemente facendo una ricerca per hashtag. Sarà anche possibile misurare popolarità e diffusione di certi argomenti, interagire in modo più semplice e loro riguardo, ecc..

Un po’ quello che succede da sempre con Twitter: non è un caso che per questo social network esistano moltissime applicazioni che analizzano proprio gli hashtag per capire le tendenze di fondo della politica e della società.

Facebook sta cercando di correre ai ripari, offrendo un servizio migliore, dopo che alcune rilevazioni statistiche fatte negli USA hanno rilevato un crollo degli utenti soprattutto nella fascia più giovane. Il social di Manlo Park, probabilmente, ha raggiunto il suo picco di popolarità, avendo superato il miliardo di utenti iscritti, e deve assolutamente cercare di migliorare l’esperienza utente. E probabilmente l’uso di questa tecnologia potrebbe migliorare anche la scelta degli annunci pubblicitari da visualizzare per gli utenti, rendendoli sempre più in tema con gli interessi degli utenti.

Non è un caso che Google+ supporti da tempo l’hashtag: dopo tutto quella di poter organizzare le proprie conversazioni è un’esigenza sentita dagli utenti più smaliziati e più qualificati, quelli che magari hanno più potere di spesa e quindi sono anche più appetibili dal punto di vista della pubblicità.

Con l’introduzione dell’hashtag probabilmente Facebook punta a questo tipo di pubblico, che spesso predilige utilizzare Twitter. Staremo a vedere se l’operazione avrà successo.

azimo

In un’economia che diventa ogni giorno di più internet-centrica la questione dei pagamenti online è fondamentale. Il player più forte, in questo settore, è Paypal anche se è costoso e poco flessibile. Infatti grazie a Paypal è possibile trasferire denaro solo tra due conti e non, per esempio, tra una persona che dispone di un conto e una che invece non ce l’ha e vorrebbe ritirare il proprio denaro fisicamente.

azimo

In questo momento stanno arrivando sul mercato appliazioni davvero innovative che garantiscono il trasferimento di denaro mediante l’utilizzo dei social network. L’esempio più innovativo è costituito da Azimo, che si propone di garantire  trasferimenti di denaro verso chiunque abbia un account Facebook.

Il funzionamento è semplice: ci si iscrive alla piattaforma, si carica il proprio conto e si indica poi l’account su Facebook della persona a cui si vuole trasferire il denaro. Il ricevente potrà scegliere di ritirare la somma ricevuta anche in un tradizionale punto di money transfer. Il pubblico ideale per questo tipo di applicazione è costituito dai milioni di immigrati che inviano rimesse nel proprio paese. E’ stato infatti stimati che le rimesse degli immigrati, in tutto il mondo, superano i 500 miliardi di dollari. Considerato che proprio i paesi del terzo mondo sono quelli in cui in questo momento Facebook sta conoscendo la crescita più intensa, è facilmente ipotizzabile che milioni di immigrati potranno sfruttare la nuova applicazione per inviare soldi a parenti e amici.

Per il momento Azimo è disponibile solo nel Regno Unito, ma è ipotizzabile che presto il servizio sarà disponibili in molti altri paesi. Già da adesso, comunque, è possibile inviare il denaro anche verso l’estero, sebbene la somma massima trasferibile è di 900 sterline. Ma anche questa limitazione sarà presto rimossa, almeno secondo le comunicazioni effettuate dall’azienda.

Oltre a Facebook anche Twitter potrebbe diventare una piattaforma su cui effettuare pagamenti: è stato firmato un accordo tra il social network e American Express che garantisce pagamenti online utilizzando proprio Twitter.

Insomma, stanno crescendo soluzioni alternative al costoso e poco flessibile servizio di Paypal: quale sarà l’applicazione che vincerà la sfida ancora non lo sappiamo, però molto probabilmente il futuro sarà social.

berlusconi shock

L’ormai famosa proposta shock di Silvio Berlusconi, quella di restituire l’IMU pagata dagli italiani sulla prima casa, ha scatenato una vera e propria tempesta di satira, sui social network. Chiunque abbia un account su Facebook o twitter si è visto letteralmente tempestare di battute spiritose e fotomontaggi di ogni tipo, avendo come oggetto proprio la satira contro la restituzione dell’IMU proposta da Berlusconi.

berlusconi shock

I social network non rappresentano la realtà

Se osservassimo solo i social network, sembrerebbe che Berlusconi fosse in realtà destinato a prendere una sonora batosta elettorale. Ma non è così. Abbiamo già visto che, almeno in Italia, il sentiment diffuso sui social network non è affatto indice di quello che poi sarà il responso delle urne. Lo abbiamo, ad esempio, appurato con le primarie del Partito Democratico: analizzando Twitter, ad esempio, sembrava che Renzi avrebbe preso un vero e proprio plebiscito bulgaro. Sappiamo poi come è andato a finire: è vero che le primarie del PD non hanno brillato per trasparenza e correttezza, ma è anche vero che Renzi non avrebbe vinto nemmeno se fossero state delle consultazioni più corrette.

Tornando a Silvio Berlusconi, bisogna anche ricordare che moltissimi tra coloro che ora stanno condividendo argute vignette sulle sue promesse poi lo voteranno comunque. Tra l’acquisto di Balotelli, qualche proposta shock, e con l’avanzare dell’inchiesta MPS (che comunque sta portando alla luce fatti che sono quasi di pubblico dominio, visto che comunque fin dal 2007 ci sono blogger indipendenti che mettono in luce tutte le magagne dell’Istituto di credito senese) Berlusconi sta riuscendo nel suo obiettivo: non perdere le prossime elezioni e giocare il ruolo di Gran Equilibriere della Repubblica, magari con una Golden Share per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica.

Tornando alla questione dei social, il problema è che quello più analizzato con strumenti algoritmici, Twitter, è utilizzato soprattutto da un pubblico di estrazione sociale e culturale medio alta. E’ ovvio che tra di essi ci sono molti giovani esperti di tecnologia e in condizioni economiche precarie, ma questo tipo di persone probabilmente ancora non associa la politica ai propri interessi economici concreti.

Interessi che Berlusconi è riuscito, invece, sempre a mobilitare in molti strati sociali: la sua proposta di restituire quanto pagato sull’IMU della prima casa (addirittura in contani) è stata seguita da quella sul condono fiscale. E questo non può sicuramente lasciare indifferente un paese dove nel solo 2012 più di 50 persone sono state costrette al più drammatico dei passi, il suicidio, per le pretese di Equitalia.

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In questi giorni è balzata agli onori della cronaca la notizia che il fondo di investimento BlackRock ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto per le azioni Twitter in mano ai dipendenti. L’offerta complessiva è di 80 milioni di dollari che, considerando il numero di azioni totali, portanto la valutazione di Twitter a 8 o 9 miliardi di dollari.

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Un valore molto elevato che stride un po’ con i dati di bilancio. In effetti Twitter nel 2013 arriverà a fatturare, al massimo 300 miliodi di dollari e dunque la valutazione del popolare social network è, attualmente, pari a 30 volte il fatturato. Se si considera che una quotazione in cui il valore complessivo è pari a 30 volte gli utili (non il fatturato) è già considerata elevata, ci rendiamo conto che si tratta di una bolla speculativa.

E’ evidente che Twitter nel corso di questo 2013 sarà quotata: bisognerà comunque vedere come reagirà il mercato, dopo la delusione che è seguita all’IPO di Facebook.

Perché se è vero che Twitter ha 200 milioni di utenti attivi, deve affrontare alcuni problemi molto gravi. Per prima cosa non riesce a monetizzare il suo traffico, da questo punto di vista è messa anche peggio di Facebook.

Solo recentemente sono stati introdotti i messaggi sponsorizzati, che tuttavia non hanno ottenuto un risultato economico convincente. Il secondo problema risiede nella proleferazione di account fake, fasulli.

In effetti esiste un vero e proprio business di creazione di account falsi, che poi vengono venduti come follower ad azionde o politici (ricordiamo ad esempio il celeberrimo scandalo dei follower fake di Beppe Grillo).

Questo, oltra a falsare i dati degli utenti unici, porta ad una conseguenza molto spiacevole per gli inserzionisti: indirizzare la propria pubblicità ad un software automatico, soprattutto se il costo è elevato, non è certo il massimo e ovviamente abbatte fortemente il ROI della campagna stessa.

Senza risolvere questi problemi fondamentali, Twitter non dovrebbe andare sul mercato con un IPO, perché significherebbe semplicemente approfittare degli investitori per spuntare un prezzo da bolla. Viceversa, il management dell’azienda dovrebbe puntare ad aumentare l’efficacia e il ROI delle campagne per gli investitori, trovando non solo i formati giusti ma anche sviluppando adeguati algoritmi di contestualizzazione.

Solo quando gli inserzionisti inizieranno davvero a guadagnare facendo pubblicità su Twitter il valore dell’azienda potrà davvero decollare.

E per quanto riguarda gli account fake il social network dovrebbe prendere provvedimenti decisi, bannando almeno gli account gestiti da robot automatici o inattivi.

E’ vero che questo porterebbe nel breve periodo ad una diminuizione del valore dell’azienda, visto che i social network si valutano anche in base al numero di utenti registrati, ma nel lungo periodo renderebbe estremamente più allettante comprare pubblicità su Twitter.

 

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