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google camp antivirus

Quando si naviga su internet ci si espone, in un modo o nell’altro, a numere minaccie: virus, malware, trojan horse, possono trasformare l’esperienza della navigazione in un vero e proprio incubo. Ecco perché è assolutamente necessario, quando si naviga, attivare un software antivirus e antimalware.

google camp antivirus

Non è un caso che quello della sicurezza è uno dei settori più ricchi e Google, che ormai sembra volersi occupare proprio di tutto, ha deciso di entrarvi. Pare  che il Moloch di Mountain View stia per lanciare CAMP che sta per Content-Agnostic Malware Protection.

In pratica si tratterebbe di un sistema intelligente, integrato in Google Chrome, che avrebbe l’obiettivo di proteggere il browser dell’utente da qualunque minaccia esterna in modo da rendere sicura la navigazione.

La tecnologia impiegata sarebbe all’avanguardia, con un sistema euristico in grado di analizzare i 3/ 4 dalle minacce potenziali direttamente in locale, trasferendo poi al server centrale la restante parte nel caso in cui non riuscisse ad effettuare un’analisi.

E’ doveroso dire che gli ingegneri di Google, avendo a disposizione risorse praticamente illimitate ed essendo sicuramente i migliori sulla piazza, fanno sempre lavori eccellenti, quinsi sicuramente la navigazione su Google Chorme sarà, fra poco, molto più sicuro.

E’ evidente che si tratta di un primo passo per riuscire poi a entrare nel lucroso mercato degli antivirus, Google ci ha ormai abituati alle sue strategie vincenti.

Praticamente Google fa di tutto: dalla ricerca, alla pubblicità, ai telefonini, agli antiviurs. Le antitrust si muovono con lentezza esasperante quando dovrebbero agire da subito, per evitare che l’eccessiva concentrazione di potere nello stesso player distrugga la possibilità di guadagno per tutti i concorrenti.

Il web cresce alla velocità della luce e secondo Google in Italia le nostre connessioni non sono messe poi così male come molti pensano.

Sul blog ufficiale di Google Analytics è stato pubblicato infatti qualche giorno fa uno studio che trovi qui in cui si evince come il web diventi sempre più veloce sia dai computer tradizionali (desktop) che da mobile (smartphone e tablet).

Le velocità crescono ed i tempi di caricamento delle pagine si riducono. Chi si occupa di motori di ricerca sa benissimo come oggi i tempi di caricamento incidano sul posizionamento molto più che rispetto al passato. E’ per questo che l’obiettivo di molti professionisti fra le altre cose è quello di rendere più veloce l’accesso alle pagine dei siti. Un accesso più rapido significa avere un web migliore.

L’Italia soffre però di alcuni problemi infrastrutturali di cui molti italiani si accorgono ogni giorno. Nello studio è interessante notare come lo sviluppo delle reti mobili ha reso l’accesso ad Internet molto più veloce rispetto al passato, siamo passati da reti 3G al prossimo LTE, nel nostro paese siamo ancora indietro purtroppo. Processori sempre più potenti ed architetture mobili sempre più evolute hanno permesso di realizzare browser mobili con prestazioni sempre migliori.

Dalle parti di Google la pensano diversamente, ecco infatti alcuni risultati:

web-page-load-time

L’accesso via smartphone è diventato più veloce come vediamo anche se l’accesso dai computer tradizionali rimane ancora un po’ più veloce.

Italia veloce, ma problema di coperture

In Italia a vedere i dati dello studio non siamo mai messi così male. Siamo all’undicesimo posto dopo paesi in cui ci sono stati investimenti in infrastrutture pesanti. Non siamo a livello di Giappone e Stati Uniti ma non siamo messi così male. Mi sorprende non trovare altri paesi Europei in questo rapporto.

desktop_select

I problemi sulla banda larga e le connessioni ADSL in Italia sono noti a tutti, non facciamo finta che non esistano. Molti di noi sono già fortunati se riescono ad arrivare ad una ADSL 4 Mb. In passato mi è capitato di pagare per una 20Mb per poi avere una 8Mb degradata a 4-5 per problemi sulle centraline. Non parliamo poi delle performances disastrose di alcuni server DNS di compagnie anche leader in Italia. E’ probabile che il rapporto non tenga in considerazioni i dati sulla banda.

Sto facendo riferimento a città medio grandi, se abiti in una zona isolata probabilmente l’ADSL te la sogni. La cosa brutta è che siamo talmente abituati a connessioni pietose che non ci facciamo nemmeno più tanto caso.

Investimenti sul mobile : quando arrivano dei piani Flat veri ?

Ancora a più a sorpresa l’Italia raggiunge un ragguardevole 8° posto sul mobile.

mobile_select

In Italia molte compagnie investono sul mobile e dunque questo dato mi sorprende di meno anche se per vedere delle reti davvero affidabili dovremo aspettare un po’. Probabilmente è anche inutile investire se poi non si naviga davvero in maniera illimitata. Tutti i piani sono soggetti comunque a limitazioni sul volume di dati scaricati che dovrebbero essere rimosse.

Domanda : che fine ha fatto la famosa agenda digitale ?

account google

Ormai ognuno di noi ha un piccolo o grande patrimonio di informazioni, di varia natura, su internt. Pensiamo alle tante foto che carichiamo online, alle mail, ai dati conservati sui servizi di cloud computing.

account google

Che cosa succederà a questi dati e queste mail dopo la nostra morte?

Ebbene, fino ad ora queste informazioni andavano perse. E’ famoso il caso dei genitori di un valoroso soldato americano, caduto combattendo in Iraq, che avrebbero voluto accedere dopo la sua morte alla sua casella email, ospitata da Yahoo.

Il sito però si oppose in maniera ferrea a questa pretesa ed ebbe ragione anche dalla giustizia americana: più che del diritto dei genitori ad ereditare i beni del figlio in questo caso valeva il diritto alla privacy del militare.

Se la giurisprudenza è ancora indietro, ci pensa Google a suggerire una soluzione. Il popolare motore di ricerca ha annunciato che da oggi sarà possibile specificare che cosa fare dei dati conservati in un account Google in caso di account inattivo. Sarà possibile indicare una persona a cui assegnare l’account (in una sorta di versione 2.0 della successione testamentaria) o semplicemente decidere di distruggere tutti i dati.

Ovviamente Google invierà una mail (o un sms) prima di procedere ad un processo così radicale come la cancellazione di un account o la sua assegnazione ad un’altra persona. Questo processo non verrà innescato necessariamente dalla morte del proprietario ma anche semplicemente dalla sua inattività.

Insomma, se ti prendi una pausa da internet Google se ne accorge e potrebbe chiuderti l’account…

whatsapp

WhatsApp è un’innovativa applicazione di messagistica istantanea che consente, a tutti coloro che dispongono di un cellulare collegato a internet, di messaggiare in modo gratuito con chiunque abbia la stessa applicazione. E’ disponibile in più di 100 paesi del mondo e ha un numero di utenti elevatissimo e sempre in crescita.

whatsapp

L’utilizzo, fino a pochissimo tempo fa completamente gratuito, è diventato da poco a pagamento ma i costi sono comunque più che accessibili: meno di un dollaro all’anno. Il servizio di messagistica istantanea sta mettendo a dura prova i conti delle compagnie telefoniche che stanno subendo un brusco calo del traffico SMS e sta rivoluzionando anche il modo di comunicare in rete.

Attualmente il mercato della messagistica è dominata, sostanzialmente, da questi player:

  • Microsoft, grazie a Skype acquistato da poco tempo che sta diventando un concorrente temibilissimo per le compagnie telefoniche tradizionali, soprattutto per le chiamata internazionali
  • Google: che dispone di vari servizi di messagistica e comunicazione, caratterizzati però da una scarsa adattabilità sui dispositivi mobili
  • Facebook: il suo messenger è utilizzatissimo dagli utenti, anche sui dispositivi mobili. Il social network sta cercando di sviluppare anche sistemi di chiamata vocale.
  • WhatsApp, in fortissima crescita e focalizzato proprio sui dispositivi mobili

In questa condizione di mercato è evidente che Google avrebbe davvero un grande vantaggio competitivo dall’acquisizione di WhatsApp. Ecco perché ha messo sul tavolo la cifra monstre di un miliardo di dollari. Una cifra elevatissima, tenendo conto che la compagnia di comunicazione non riesce a fare più di 100 milioni di dollari all’anno di fatturato.

Se Google riuscisse a perfezionare l’acquisizione avrebbe sicuramente uno strumento per riuscire a competere finalmente con Microsoft nel mercato della messaggistica ma avrebbe anche la possibilità di migliorare la penetrazione delle sue applicazioni su smartphone.

E conoscendo la compagnia di Mountain View e le sue tipiche strategie, siamo sicuri che cercherà anche di integrare il nuovo servizio in Google+. Probabilmente è questo l’obiettivo finale: andare a rafforzare, in maniera drammatica, la penetrazione di Google+ nel mercato dei social, con un occhio di riguardo agli smartphone.

Se il colpo dovesse riuscire servirebbe a rafforzare ulteriormente il monopolio di Google, aggiungendo due settori chiavi della net economy a quelli già dominati dal Moloch di Mountain View: i social network e i servizi di messagistica.

Con tutte queste considerazioni si spiega facilmente perché Google non abbia problemi a pagare un prezzo che è probabilmente un multiplo del reale valore di WhatsApp. E dopo tutto ha anche le casse stracolme di liquidità, visto che i suoi conti non risentono della crisi e hanno visto, nell’ultimo trimestre 2012, un aumento del 24% dei click sugli annunci sponsorizzati.

A questo punto non resta che aspettare: si farà avanti un cavaliere bianco per salvare WhatsApp ed evitare un’ulteriore concentrazione monopolistica?

google glassup

Il progetto made in Italy GlassUp (di cui abbiamo già parlato ampiamente qui) deve far tremare qualcuno a Mountain View. Sappiamo che il Moloch della Ricerca non ama la concorrenza e che tende ad annientarla (o quando va bene semplicemente ad acquistarla).

google glassup

E nel caso di GlassUp pare che a Mountain View abbiano scelto la strategia dell’attacco frontale, anzi legale. Il coraggioso fondatore Francesco Giartosio ha infatti comunicato che, appena iniziata la procedura per l’estensione della registrazione del marchio in UE, USA e Cina, è stato immediatamente contattato da un agguerito ufficio legale di Google che lo ha minacciato: o lascia perdere immediatamente oppure gli fanno causa.

L’oggetto del contendere è il marchio: secondo l’ufficio legale di Google, visto che loro hanno registrato GoogleGlass nessuno può utilizzare un marchio contenente la parola glass per un prodotto in qualche modo analogo. Il che è francamente assurdo visto che la parola inglese glass si utilizza da sempre per indicare gli occhiali.

Probabilmente a Google si sono accorti che il nome scelto da loro non è proprio attraente e magari hanno messo gli occhi proprio su quello scelto dal team italiano di GlassUp che venne scelto con una pubblica discussione a cui parteciparono numerosi utenti utiliani.

La strategia di Mountain View è chiara: anche se le loro pretese giuridiche non hanno alcun fondamento, il fatto di essere enormemente ricchi consente loro di iniziare una serie di cause, magari ingaggiando anche avvocati di grido, per ridurre all’impotenza lo scomodo concorrente italiano che probabilmente ha un prodotto di qualità paragonabile al loro (o fose anche migliore) ma soprattutto che costa meno, molto meno. E questo come si sa potrebbe fare la differenza.

Personalmente vorrei incoraggiare Francesco Giartosio a continuare la sua coraggiosa impresa e a non piegarsi ai dicktat di Google: la sfida è difficile ma si può vincere. Ed è anche un segno di speranza per il Sistema Italia: un prodotto innovativo, molto buono, che costa meno di quello dei concorrenti. Esattamente lo stesso schema che ha consentito al nostro paese un grandissimo sviluppo negli anni ’60 del secolo scorso.

Forse è arrivato il momento di riprovarci!

google+

Google Plus è molto di più di un social network, ormai l’avranno capito tutti dato che vengono introdotte sempre di più nuove funzionalità. Il settore delle immagini è molto caldo in questo periodo e tutti hanno capito che si può fare business anche con le foto. La dimostrazione è arrivata da Instagram che lo scorso anno fu acquisita a colpi di milioni di dollari da Facebook e dai dispetti tra questa e Twitter stessa che ha provato ad introdurre i propri filtri fotografici.

Dalle parti di Google non sono stati a guardare e hanno capito che dovevano fare anche loro qualcosa. E così proprio ieri è arrivata sul blog ufficiale la notizia di una nuova versione dell’applicazione mobile per android e ios che porta in dote alcuni miglioramenti. Vediamo quali.

Filtri fotografici

Quando si condivide ora una foto è possibile applicare dei filtri fotografici prima del post:

  • regolazione della saturazione e del contrasto con semplici gestures
  • confronto con la foto originale
  • filtri drama e retrolux
Nuovi filtri fotografici per Google +
Nuovi filtri fotografici per Google +

Per funzioni più avanzate si può scaricare Snapseed per avere ulteriori filtri aggiuntivi. Google insomma strizza l’occhio anche ai fotografic professionisti con una sua collezione Nik Collection che può essere provata per 15 giorni o acquistata (altro business per Google ? )

Non per niente Instagram ha fatto la sua fortuna con il mobile, dunque questa novità è dedicata ad utenti mobile.

Gif animate

Come annunciato sul profilo ufficiale Google+ ora è possibile inserire immagini animate nel proprio profilo. La novità è frutto delle recenti acquisizioni che hanno portato ad introdurre significative modifiche “visuali”.

Post : cosa cambia

Altra novità è dedicata agli utenti Android, sopratutto per regolare il flusso dei messaggi che spesso fanno scrollare l’utente e perdere tempo. Non a caso ieri Yahoo ha acquistato Summly , una applicazione che consente di fare un “summarize” delle news in modo più “compatto”.

Le novità per i post
Le novità per i post

Quello che si può fare :

  • più testo in commenti e messaggi
  • allegare video, foto, link in modo più rapido
  • anteprime immagini complete senza cropping
  • facilità di condivisione +1 e share
  • visualizzare comodamente ed inline scorrendo gli album fotografici

Comunità

Dopo le novità sulle schede e sulle foto di anteprima rese più grandi di cui si è parlato in questo post sono state migliorate le community molto apprezzate dagli utenti di Google.

La gestione delle Community in mobilità
La gestione delle Community in mobilità

In particolare è possibile sempre da tablet e smartphone:

  • moderare meglio la comunità sia nei contenuti che per gli utenti
  • regolare il flusso dei messaggi
  • invitare persone ad iscriversi e condividere contenuti con la comunità

Mappe e luoghi

La condivisione di mappe e luoghi è stata migliorata. Possiamo decidere ora se mostrare la posizione corrente sul profilo o renderla privata.

La condivisione dei luoghi con cerchie personalizzate
La condivisione dei luoghi con cerchie personalizzate

Sotto la foto del profilo sarà mostrata la posizione corrente che potrà essere condivisa con cerchie specifiche. Chiaro l’intento di competere ancora di più con servizi come Foursquare.

Insomma Google+ non vuole essere etichettato come comunità dedicata ai professionisti del web ma prova ad aprirsi ad una utenza meno “business”. Ci riuscirà ?

google babble

Alcune volte temo di essere monotono parlando sempre di Google. Tuttavia non sono io che fissato, è a Mountain View che sono iperattivi. Praticamente ogni giorno lanciano un nuovo servizio, una nuova pesantissima invasione di campo in settori che non sono il core business dell’azienda ma che, basandosi sul ruolo dominante nel settore della ricerca online, vengono occupati miliatermente.

google babble

Oggi la notizia è che Google sta per lanciare Babble, un servizio di messageria istantanea disponibile sia per smartphone che per PC e che dovrebbe invadere il mercato che attualmente è dominato da Whatsapp.

In questo modo gli utenti del popolare sistema di messageria istantanea per cellulare avranno un’alternativa al pagare i pochi centesimi di abbonamento annuo, meno di un caffè e Google continuerà nella sua inquietante corsa a costruire un ecosistema digitale completo, in cui l’utente è costantemente monitorato e schedato (e ovviamente bombardato di pubblicità contestuale).

Dal punto di vista tecnico, il nuovo servizio dovrebbe riunire 5 servizi già esistenti e che offrono, in qualche modo, servizi di messagistica: Google Talk, Hangout, Voice, Gmail e Google+. Secondo le indiscrezioni, sarà possibile loggarsi indifferentemente in uno dei servizi sopra citati e comunicare indifferentemente con tutti gli utenti dell’altro. Insomma, un sistema di comunicazione potente, efficiente, flessibile e disponibile sia per PC che per Smartphone.

Per avere tutti i dettagli dobbiamo aspettare metà maggio, data entro cui Google presenterà ufficialmente il servizio. Vi terremo informati.

Quello che molti preannunciavano nei mesi scorsi è successo : Google Flights motore di ricerca per i voli e Google Hotel Finder motore di ricerca per gli hotel sono stati ufficialmente rilasciati in Italia.

Dopo la chiusura di Google Reader, Page e soci non si fermano più. Pare sia in arrivo anche un concorrente di Evernote per le annotazioni.

Non so perchè ma oggi mi viene continuamente in mente una scena di Harry Potter in cui un Lord Voldemort non in carne ed ossa annunciava “Non c’è posto che io non possa raggiungere”. Ecco Google sta toccando veramente tutti i settori del web, prepariamoci anche ai servizi di comparazione per mutui, prestiti, carte di credito già attivi negli Stati Uniti.

Per l’Italia sono arrivati ufficialmente due motori “verticali” fortemente integrati che ci consentiranno di cercare voli ed hotels. Il servizio verrà sicuramente potenziato ed arricchito. Molti operatori del settore turistico non saranno affatto contenti, gli utenti probabilmente si. Alcuni operatori come booking.com hanno sottoscritto con Google un accordo, altri comparatori di voli e hotel probabilmente dovranno farlo e non saranno molto contenti di dividere la loro quota di mercato con un gigante così ingombrante.

Ma vediamo come funzionano.

Google Hotel Finder

hotel-finder

Quando si cerca una keyword del tipo “hotel nome città” i risultati degli alberghi vengono mostrati direttamente nelle SERP

hotel-finder-pescara

Per un approfondimento basta cliccare su “Tutti i risultati di Google Hotel Finder” per avere un elenco più dettagliato con le proposte e la mappa di Google per vedere dove si trovano.

hotel-pescara

Oppure si può andare all’indirizzo https://www.google.it/hotelfinder/ per cercare l’hotel nella città che si desidera. E’ possibile ordinare gli alberghi per prezzo, categoria, servizi e scegliere le date del soggiorno valutando anche le recensioni degli utenti.

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Google Flights

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Con un post ufficiale sul blog di Google sbarca in Italia un servizio correlato per cercare i voli.

Come possiamo vedere da questa schermata per il momento non ci sono alcune compagnie come le low cost Ryanair, EasyJet ed altre che assorbono una quota rilevante delle prenotazioni. L’integrazione stretta con Maps e le recensioni consentirà con questa mossa a Google di sfruttare ancora di più i suoi canali di advertising per fare maggiori profitti.

prenotazione-google-flights

E’ infatti possibile scoprire le destinazioni in base alle vostre scelte direttamente sulla mappa esplorando tutte le destinazioni disponibili. Se volete scoprire le mete in una area geografica potete farlo, basta digitare il nome della nazione dove volete andare.

Supponiamo di voler pianificare un viaggio in Francia,

francia-flights-google

la mappa ci indica le destinazioni possibili. Una volta selezionata una città ci propone anche gli hotel presenti in quella città. Potete insomma fare di tutto, scoprire i prezzi più bassi delle compagnie e capire qual è il momento migliore in cui partire.

google-flight-tariffe-convenienti

E’ possibile inoltre impostare dei filtri:

  • sulla compagnia area
  • sul prezzo
  • sulla durata
  • sul numero di scali

Gli annunci sponsorizzati quindi compaiono anche in Hotel Finder, una nuova mossa di Big G per monetizzare di più i traffico nel settore turistico.

Per gli operatori cambia molto. Avranno uno strumento in più per promuoversi sfruttando anche le recensioni e Google Places. Chi lavora in questo settore ed ha portali sul turismo ed anche di nicchia dovrà scontrarsi con l’entrata nei risultati di ricerca di questi due motori.

Che ne pensate ?

google evernote

Non si sono ancora spente le feroci polemiche per la morte di Google Reader, sacrificato sull’altare di Google+, che da Mountain View arrivano le voci del lancio di un nuovo servizio: Google Keep.

google evernote

Secondo le voci piuttosto autorevoli che si sono diffuse, si tratterebbe di un servizio che consentirebbe di scrivere e condividere note, sia in ambito personale che professionale: oltre a prendere appunti sarà possibile aggiungere immagini, colori, liste, impostare scadenze e promemoria. Insomma, uno strumento professionale di altissimo profilo.

Sarà disponibile sia tramite browser sia tramite applicazione per il mondo Android.

Di fatto sarà molto dura continuare a stare sul mercato per chi, come Evernote, ha creato un modello di business basato proprio sulla gestione di appunti.

Certo può sembrare strano che Google. appena chiuso un servizio, ne apra subito un’altra. Qualcuno ha detto che si tratta di un comportamento poco professionale, da dilettanti allo sbaraglio. Ma non è così.

Google non ha sbagliato una mossa praticamente da quando è nato e la sua strategia di aprire e chiudere servizi è perfetta: si testa un mercato senza investire grandi risorse. Se si riesce a ottenere un risultato positivo (e a monetizzare bene) allora si inviano rinforzi e si investe di più, altrimenti si chiude senza troppi patemi d’animo. E senza preoccuparsi troppo per gli utenti che magari utilizzavano il servizio.

E’ anche grazie a questa strategia che Google è diventato un monopolio di fatto nell’ambito della pubblicità online investendo meno rispetto ad altri competitor: ha investito il giusto al momento giusto, dopo aver fatto adeguati test preparatori. Forse questa strategia non è stata applicata solo per Google+ e in effetti i risultati si vedono: il tempo medio degli utenti è di 4 minuti al mese….

Il problema di monetizzare il traffico web proveniente da mobile è una delle questioni a cui i big di Internet fanno più attenzione.

Le persone usano sempre di più i dispositivi cellulari, gli smartphone ed i tablet, pertanto Google e gli altri studiano quali sono le opportunità che queste piattaforme offrono loro per guadagnare di più. Quello del traffico da mobile è stato da sempre uno dei problemi di Facebook che con le sue “innovazioni”, se così le vogliamo chiamare, cerca di fare profitti grazie ai profili dei milioni di utenti che ogni giorno usano il suo social.

Ma torniamo al nostro caro Google. Una interessante infografica di +Larry Kim ci mostra quali sono i prodotti che Google sfrutta maggiormente per monetizzare.

Non mi sorprenderei se Google sfruttasse i suoi numeri per puntare tutto su un proprio sistema operativo mobile integrato con un hardware dedicato, un po’ quello che cerca di fare con Nexus. Il successo di molti dispositivi diciamocelo non è dovuto alla fotocamera figa o al processore super potente ma ad un unico fattore : Android.

Il mobile advertising e le applicazioni

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Il prodotto su cui Google guadagna di più è Google Adwords, nonostante l’ecosistema chiuso di applicazioni che molti player cercano di imporre è ancora la search la prima voce di profitto e lo sarà ancora per molti anni. Dalle parti di Mountain View hanno introdotto delle campagne PPC (pay per clic) molto più semplici per i cellulari che possono portare ottime conversioni.

Nonostante questo molti nella comunità affermano che il traffico via mobile sia scarsamente monetizzabile in quanto porterebbe a conversioni basse. Forse chi fa queste affermazioni come quelli che dicono che i social non servono non sanno usare questi strumenti.

Nella ricerca di WordStream l’analisi è stata condotta su quattro aree specifiche : Dispositivi mobili, Applicazioni mobili, Contenuti mobile e Mobile advertising.

Come possiamo vedere altre opportunità vengono sfruttate grazie a Google Offers e alla piattaforma pubblicitaria AdMob pensata appositamente per le applicazioni mobili. Fra quelle più redditizie troviamo Maps e le estensioni per le chiamate locali.

Quello che è sicuro è che Google sarà in prima linea nello sviluppo di queste soluzioni, per un settore che potrà portare miliardi di introiti nei prossimi anni. Che la chiusura di Google Reader sia il preludio ad un nuovo prodotto ? Lo vedremo nei prossimi mesi.

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