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Se ti sei stancato di condividere i file via email, inviando allegati pesanti che immancabilmente finisci con l’eliminare o perdere, sappi che Google Drive ti offre un supporto gratuito, qualificato e professionale, con il quale esaudire ogni desiderio di rendere immediatamente disponibili i tuoi documenti, condividendoli con amici e colleghi. Ma come fare? Come condividere file con Google Drive in pochi istanti e senza commettere errori?

Che cosa è Google Drive

Cominciamo tuttavia con una piccola “anticamera”. Per chi non lo sapesse, Google Drive è un servizio di cloud storage di Google, disponibile gratuitamente per le persone che vogliono archiviare i propri file, condividendoli con utenti selezionati. Per poter avere accesso a questo servizio non è necessaria un’iscrizione specifica: è sufficiente che tu abbia un account Google. Per intenderci, se hai già una casella di posta elettronica, hai anche tutti i requisiti utili per poter sfruttare le potenzialità di Drive!

Come accedere a Google Drive

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Accedere a Google Drive è molto semplice. Puoi infatti cliccare direttamente qui per essere reindirizzato alla pagina principale del servizio. O, in alternativa, una volta che hai avuto accesso al tuo account, potrai avere accesso attraverso la maschera dei collegamenti agli altri servizi di Google, raggiungibile nella parte alta e destra del tuo schermo:

Naturalmente, se hai già avuto accesso al tuo account Google, potrai entrare in Drive senza ridigitare user e password. In caso contrario, ti sarà richiesto un semplice login.

E una volta dentro?

Una volta che hai avuto accesso a Google Drive, puoi iniziare a caricare i nuovi file cliccando su Nuovo e, quindi, Caricamento di file. Scegli dunque i file che intendi caricare su Drive e che vuoi condividere con gli altri utenti, e attendi l’upload degli stessi. Se invece preferisci, puoi utilizzare la comoda funzione drag and drop: seleziona i file e trascinali direttamente all’interno della finestra.

Per condividere il file (o i file) caricato, devi selezionarlo con il tasto destro del mouse, e premere su Condividi… digitando il nome o l’indirizzo di posta elettronica della persona o delle persone con le quali vuoi condividere il file. Clicca dunque su Fine: immediatamente, le persone con le quali hai scelto di condividere il file riceveranno un’email con la segnalazione di accesso al documento condiviso. Facile, no?

In ultimo, ricordiamo che per poter condividere dei file attraverso Google Drive, è necessario che anche le altre persone siano titolari di un account Google. E se non ne hanno uno?

I link condivisibili

Se vuoi condividere con altre persone un documento, ma queste ultime non hanno un account Google, non disperare. Puoi sempre sfruttare la funzione dei link condivisibili. Per fare ciò, premi sulla voce Ottieni link condivisibile che si trova nella parte in alto a destra della finestra della selezione dei contatti con cui condividere un file. Ti verrà mostrato un link che potrai copiare e fornire a tutti coloro che vogliono avere accesso a un file su Google Drive.

Come condividere una cartella

A questo punto, sei pronto per compiere un piccolo passo in avanti: oltre che singoli file, puoi infatti condividere intere cartelle, semplificando e velocizzando il processo di consultazione e di deposito delle stesse. Per far ciò, dovrai semplicemente creare una cartella in Google Drive cliccando su Nuovo e poi su Cartella. Assegna un nome alla cartella, fai doppio clic per entrarci dentro, e fai l’upload di tutti i file che vuoi condividere, seguendo la stessa procedura che abbiamo sopra esposto.

Quindi, seleziona la cartella con il tasto destro del mouse e clicca su Condividi: il resto dovresti già saperlo!

L’attività sull’intelligenza artificiale da parte dei singoli utenti sembra essere diventata una vera e propria priorità nella Silicon Valley, tanto che Google ha scelto di rendere open source, quindi accessibile a tutti il suo linguaggio, denominato in termini tecnici SyntaxNext. Perché questa scelta e quali saranno i benefici per Big G?

Il linguaggio del motore di ricerca più famoso del mondo è basato su un sistema di reti neurali, che si impegnano a legare le diverse frasi del codice. Un esempio della potenza di questa scrittura è arrivata qualche settimana fa, quando l’intelligenza artificiale ha sconfitto un giocatore di Go dall’abilità conosciuta in tutto il mondo. L’apertura si propone quindi di rendere questo codice accessibile all’intera umanità e di includere anche un sistema che analizza la stessa struttura, per il momento disponibile in lingua inglese, che è stato battezzato Parsey McParseface.

Sul perché Google abbia giocato questa mossa sono stati spesi fiumi di parole, ma a conti fatti si tratta di una sorta di ‘chiamata alle armi’ per i tanti programmatori e sviluppatori che con il loro lavoro possono migliorare le applicazioni che interessano l’intelligenza artificiale.

Secondo Google, si tratta attualmente del modello più accurato e sviluppato del mondo, quindi l’apertura può essere utile ai programmatori che desiderano estrapolare informazioni, applicazioni e traduzioni che interessano il linguaggio. 90% è la percentuale di accuratezza del linguaggio, quindi Big G si propone di sviluppare dei metodi che possano renderlo omogeneo in ogni parte del mondo, considerando i contesti ma soprattutto le lingue.

Ecco quindi spiegato il perché di questa apertura, ovvero Google ci guadagna ad aprire le sue porte anziché a chiuderle, a rendere open source un linguaggio che può essere migliorato e interpretato in modo più positivo dai tanti operatori che lavorano nel mondo. Il risultato potrebbe rivelarsi in un miglioramento del sistema che si può ottenere in tempi molto più brevi e soprattutto economici, ma che sarà sicuramente disponibile a tutti, quindi open source da oggi all’eternità.

Nonostante l’altissimo numero di devices venduti nel nostro paese arriviamo sempre per ultimi sui vari store dei big della tecnologia. Dopo aver lanciato la vendita dei prodotti Nexus negli Stati Uniti ed in altri paesi il Google Play Store devices si apre all’Italia.

E’ infatti possibile acquistare ora i prodotti della gamma anche nel nostro paese.

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Per accedervi basta collegarsi sul Play Store nella sezione “devices” per poter acquistare per ora solo il Nexus 7 in tre versioni, da 16 Gb, da 32 Gb entrambi in versione WiFi o con LTE una tecnologia che usano in America.

Il costo per la versione base è di €229 con la spedizione gratuita che viene offerta per questi primi giorni.

Si tratta di un tablet da 7” molto maneggevole che sarà sicuramente un concorrente temibile ed agguerrito di Ipad Mini e del Kindle di Amazon.

Era una delle cose che mancava a Google, ovvero la possibilità di vendere senza intermediazione i propri prodotti direttamente da uno store proprietario e con Play questo sarà sempre più vero. E’ probabile che gli attesissimi Google Glass sbarchino proprio su questo sito per la vendita diretta al grande pubblico.

I prezzi sono competitivi anche se rispetto al mercato estero ci perdiamo qualcosa con il cambio, la versione Wi fi si può comunque ordinare da altri siti dall’estero mentre la versione LTE in Italia non funziona perchè si tratta di una tecnologia che attualmente non si utilizza nel nostro paese.


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Ecco il video della presentazione alla stampa del prodotto

Per ora è possibile ordinare solo il Nexus 7 in attesa degli altri prodotti della galassia Google.

La prima giornata del Google I/O non ha deluso le attese. Mentre è in corso la seconda giornata con gli approfondimenti che potete seguire in diretta sempre su https://developers.google.com/events/io/ proviamo a fare un riepilogo delle novità di rilievo proposte.

Google+

Il nuovo layout di Google+
Il nuovo layout di Google+

Google + è cambiato profondamente sia nel layout che nella gestione di alcune funzionalità. Per certi versi ricorda molto Pinterest ed anche Facebook ma è molto di più. L’obiettivo è quello di avvicinare l’utenza non professionale all’uso del social, per il momento come sappiamo Facebook domina in Italia.

In questo video vengono riassunte le novità salienti.

Il layout diventa più uniforme e ricorda molto la versione che può già apprezzare sui tablet e sugli smartphone. Grande spazio viene dato ad Hangouts che è stato potenziato anche nella versione mobile

Dalle parti di Big G sembrano voler sfidare ancora di più Twitter, gli hashtag ora hanno molto più risalto. L’utente inoltre può scegliere tra la visualizzazione stile Pinterest che ricorda anche la Timeline di Facebook sia tornare ad un flusso a singola colonna.

Play Game Services

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I primi interventi del Keynote si sono concentrati sopratutto sui giochi, un mercato che muove milioni di dollari sopratutto negli Stati Uniti. Quello che mancava era la possibilità di giocare in multiplayer sfidando altri giocatori online e registrando i punteggi via cloud, quello che Apple fa con il suo Game Center.

Nonostante gli intoppi della presentazione con i tre giocatori che non riuscivano a giocare, è stato reso disponibile il Play Game Center in cui sarà possibile accedere e giocare autenticandosi col proprio account Google+.

Google + Sign In

E’ proprio attorno al mondo Google+ che ruota tutto. L’attenzione maggiore degli ingegneri di Big G è concentrata sul social. Attraverso un sistema di autenticazione unificato sarà possibile accedere a tutti i servizi da un unico punto. Con il Play Game Center è probabile che riescano ad aumentare sensibilmente il numero di iscritti a Plus.

Android Studio

Chi è abituato a sviluppare applicazioni mobili ha bisogno di strumenti per la produttività. Apple ha infatti un suo IDE intragrato (Xcode) perfettamente integrato per lo sviluppo di App in objective-c. Gli sviluppatori Android lamentavano l’assenza di un IDE per lo sviluppo su Android ed hanno spesso ripiegato su soluzioni come Eclipse.

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Durante la sessione dedicata ad Android è stato presentato un nuovo IDE Android Studio con delle funzionalità davvero stupefacenti come la possibilità di vedere in contemporanea una preview a varie risoluzioni della App che si sta sviluppando con una gestione ottimale delle risorse multilingua. E’ già possibile scaricare l’ambiente di sviluppo a questo indirizzo.

Play Music

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Il servizio musicale tanto atteso in streaming per fare concorrenza a Spotify è arrivato. Si chiama Play Music All Acces e consente di ascoltare la musica su varie piattaforma, da desktop a smartphone e costerà 9,99$ dollari al mese. Il servizio partirà negli Stati Uniti.

La cosa interessante degli eventi Google è l’immediatezza con la quale vengono poi rilasciati i servizi o i prodotti proposti, una cosa che avviene anche con Apple ma non Facebook che è molta più lenta.

Per le altre novità non ci resta che seguire la seconda giornata in diretta.

Google sembra essere molto attiva in questo periodo su più fronti. Non c’è praticamente settore tecnologico che non stia toccando o che si appresta ad aggredire. Dal mobile alla search passando per le innovazioni, dalle parti di Mountain View sono attivissimi nel rilasciare aggiornamenti.

La conferenza annuale (Google I/0 2013) in cui Google incontra gli sviluppatori comincia tra poche ore. E’ possibile seguire l’evento live su YouTube a questo indirizzo. Tre giorni in cui addetti ai lavori ma anche appassionati verranno informati sulle novità di Google.

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Il calendario della tre giorni lo puoi trovare qui (https://developers.google.com/events/io/sessions#all) mentre gli eventi live saranno visibili in diretta qui (https://developers.google.com/live/). I

l primo evento è programmato per oggi alle 18 ora italiana.

L’anno scorso fu la volta di una nuova versione di Android e del Nexus che si è rivelato un vero e proprio flop .

Cosa ci dobbiamo aspettare quest’anno ? Molti analisti prevedono che gli argomenti saranno molti, una possibile nuova versione di Android, novità nel settore musicale con un probabile concorrente di Spotify e le ultime novità legate a Google Glass .

Cosa ci possiamo attendere allora ?

Google Glass

Gli occhiali marchiati Google
Gli occhiali marchiati Google

L’oggetto più cool prodotto da Google potrebbe entrare ufficialmente nel mercato. E’ probabile che ci siano diverse sessioni della conferenza dedicate agli sviluppatori e alle applicazioni in grado di sfruttare questi occhiali rivoluzionari.

Nonostante le perplessità legate al lancio di questo prodotto, il progetto va avanti.

Una nuova versione di Android

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Molti aggiornamenti riguarderanno probabilmente una nuova versione di Android con novità legate anche al settore dei giochi. Probabile che venga lanciato una sorta di Game Center anche su Android, un prodotto simile a quello presente su Iphone e Ipad.

Ci dobbiamo aspettare una versione 4.3 ?

Un nuovo Nexus ?

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Il Nexus 4 è stato un clamoroso flop di vendite anche a causa dell’assenza dai circuiti della distribuzione tradizionale. Il fatto di poter essere acquistato solo online ed un prezzo poco competitivo hanno inciso in negativo sul successo di questo dispositivo. E’ probabile che venga lanciato durante la Google I/O un nuovo tablet per fare concorrenza ai tablet da 7”, Ipad mini in testa.

Aggiornamento delle mappe

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Alcuni rumors parlano di una nuova versione di Google Maps con una nuova interfaccia più simile a quella della versione mobile. L’arrivo di Google Flight e Google Hotel Finder ha reso necessaria una più stringente integrazione. E’ probabile che venga migliorata anche l’esperienza di ricerca sulle Mappe.

Search

Un nuovo aggiornamento contro lo spam arriverà entro l’estate. Di questo non si parlerà però durante il Google I/O.

Il famigerato Penguin ha già colpito l’anno scorso molti siti web penalizzando portali il cui profilo di link appariva come innaturale. La penalizzazione consiste nella retrocessione dei risultati di ricerca.
La nuova generazione “Penguin 2.0” potrebbe essere più aggressiva. In teoria l’aggiornamento dovrebbe contribuire a migliorare i risultati di ricerca del motore. Gli scorsi aggiornamenti, purtroppo, hanno però portato molti siti anche di qualità a sparire completamente gettando nello sconforto piccoli webmaster.

Ancora oggi sono presenti più che mai nei risultati di ricerca siti di dubbia qualità, vedremo se nei prossimi aggiornamenti la situazione migliorerà.

Insomma non ci resta che aspettare ancora poche ore e poi sapremo tutto.

Neanche Apple può fare a meno di Google. Molti colossi dell’informatica provano a introdurre dei loro prodotti vincolandoli a store proprietari.

E’ il caso, come abbiamo visto, di Amazon ed Apple che oltre a produrre dei dispositivi di qualità puntano anche alle applicazioni spesso tentando maldestramente di sostituire dei prodotti che tutti ormai siamo abituati ad usare. Chi di voi non usa Google Maps ad esempio ? E così il tentativo di Apple di sostituire Google con una sua applicazione di Mappe integrata è miseramente fallito così come quella di non rendere più nativa l’installazione di You Tube.

Per il momento neanche Cupertino può far a meno dei prodotti Google e così è arrivato ieri l’atteso annuncio ufficiale relativo a Google Now sul blog ufficiale.

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L’ecosistema Google aggiunge un altro tassello al mosaico di applicazioni mobili disponibili. Google Now è in grado di fornire informazioni riguardanti il meteo, suggerire percorsi di navigazione a piedi o in auto, ricordare un evento tramite il calendario.

La ricerca vocale è una delle sfide del futuro ma anche del presente, Google Now già adesso riesce ad eseguire delle ricerche prendendo in input dei comandi vocali anche se per ora le lingue diverse dall’inglese hanno ancora dei problemi. Mentre su Play Store abbiamo una applicazione dedicata anche se funzionante pienamente sulle versioni più recenti di Android, su Itunes Google Now è stato rilasciato come aggiornamento di Google Search per rendere la ricerca vocale più efficiente.

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L’aggiornamento da Search a Now è stato comunque semplificato anche se l’App è più completa ovviamente per i dispositivi dotati di Android. Se avete un Ipad o un Iphone potete comunque scaricala dall’Apple Store andando qui.

Per vedere cosa è in grado di fare Google Now vi lascio a questo video :

Nessuno di noi può più immaginare la vita senza i nostri smartphone dicono dalle parti di Big G, neanche i produttori di smartphone per ora possono immaginare i loro prodotti senza Google.

wavii

Google riesce ancora una volta a battere sul tempo i suoi concorrenti. Ha messo le mani sull’innovativa start up Wavii che detiene una tecnologia molto avanzata per l’estrazione di riassunti da news e flussi di informazioni provenienti dai social network. Il punto di forza dell’azienda, pagata 30 milioni di dollari in contanti, sta tutto nei suoi algoritmi.

waviiIntegrando machine learning ed elaborazione del linguaggio naturale, i fondatori della start up erano riusciti ad elaborare algoritmi molto efficienti nell’estrazione di informazione da grandi moli di dati testuali.

E Google non si è fatta scappare l’occasione di acquistare questa nuova tecnologia, forte anche delle sue immense riserve di liquidità. Alla start up era interessata anche Apple che puntava ad un’integrazione forte con Siri. Ancora una volta, purtroppo, Tim Cook ha dimostrato la sua inadeguatezza, facendosi scippare la preda sotto il naso dal Moloch di Mountain View.

A questo punto è possibile che Google migliori ancora di più il flusso di notizie per tablet e smartphone ma probabilmente i progetti sono ancora più ambiziosi. Il team di sviluppo di Wavii, infatti, sarà integrato direttamente nel gruppo del Knowledge Graph, la tecnologia semantica di Google che punta a fornire, direttamente nelle serp, le risposte alle domande degli utenti.

Già adesso, ad esempio, se si cerca il nome di un personaggio famoso, è molto probabile che appaia una scheda, tratta da Wikipedia, con i dati più importanti di quel personaggio.

Se si procede su questa strada, l’utente troverà in Google tutte le risposte mentre i siti web indipendenti, soprattutto se medi o piccoli, riceveranno sempre meno visitatori e quindi guadagneranno meno e quindi saranno meno incentivati a produrre contenuti di qualità.

Google deve stare attenta: è vero che con questa strategia riesce a guadagnare di più, ma è anche vero che Google non produce direttamente i contenuti e quindi il suo successo dipende anche dal lavoro che fanno i webmaster indipendenti.

android google glass

Ormai ci siamo quasi, i Google Glass stanno per arrivare sul mercato e gli sviluppatori si preparano a sfornare applicazioni che possano sfruttare questa innovativa tecnologia. Il CEO di Google, Larry Page, ha ufficialmente comunicato che i dispositivi monteranno una nuova versione di Android, appositamente modificata e ottimizzata per sfruttare al meglio le caratteristiche del nuovo dispositivo. E gli sviluppatori, ad alcuni dei quali è stato concesso di provare in anteprima gli occhiali tecnologici, si sono dimostrati entusiasti. In effettiil fatto di utilizzare Android comporta alcuni vantaggi di peso.

android google glass

Ad esempio, esiste già un’ampia esperienza di sviluppo per applicazioni che girano su sistemi Adroid e sarà più facile creareintegrazioni fra le applicazioni che funzionano sullo smartphone e quella che invece gireranno sugli occhiali. Insomma, Google si muove sempre in modo molto intelligente e con la mossa di Android, ufficialmente libero e aperto, ha creato un grande ecosistema digitale in cui si muoverà da una posizione assolutamente dominante.

Dopo tutto è la solita strategia del Moloch di Mountain View: partire da una soluzione libera, aperta, completamente gratuita per poi costruire, a poco a poco, una gabbia dorata attorno all’utente e iniziare a fare profitti. Molti profitti, come dimostrano le trimestrali d’oro che vengono sfornate a ripetizione.

Tuttavia, a parte le considerazioni di carattere filosofico, dobbiamo ammettere che i prodotti a livello tecnologico sono sempre innovativi e funzionano molto bene. Con tutti i soldi che guadagna, Google può permettersi di strapagare ingegneri e sviluppatori, ottenenendo così prodotti di altissima qualità.

E proprio gli sviluppatori che in anteprima stanno provando i Google Glass stanno dando giudizi entusiastici, sia dal punto di vista delle funzionalità che dal punto di vista dell’hardware.

Di fatto si tratta di un nuovo modo di accedere alla rete e ai servizi, anche banali. Ad esempio uno dei tester ha candidamente confessato che ormai non porta più l’orologio, visto che gli basta inclinare la testa per poter vedere l’ora. E poi sul minuscolo schermo ha sempre a disposizione tutte le notizie, personalizzate ovviamente, che gli interessano.

Unica pecca che viene fatta notare è la bassa qualità delle immagini prodotte dalla fotocamera integrata, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità, ma probabilmente nella versione definitiva questo problema sarà risolto.

Resta da scoprire se i Google Glass diventeranno un prodotto di massa, magari capace di segnare un’ulteriore accelerazione nell’evoluzione dell’accesso all’informazione o rimarranno un prodotto di nicchia per geek. Staremo a vedere, ormai manca poco.

trimestrale di google

Google conferma le previsioni in questo primo quarto del 2013 con dati molto positivi : +31% del fatturato che ha raggiunto quota 14 miliardi di dollari.

La metà del fatturato proviene ancora dagli Stati Uniti ma è anche dagli altri paesi che i ricavi continuano a migliorare grazie al fatto di una assenza totale della concorrenza.

I più scettici e alcuni analisti saranno rimasti delusi dalle loro previsioni sballate, Google macina risultati utili ed arriva ad un utile di 13,97 miliardi di dollari.

trimestrale di google

In Italia Google è leader assoluto del mercato della ricerca ed ancora per molti anni non ci avrà rivali come nel resto dell’Europa. In altri paesi come gli Stati Uniti o la Russia ci sono altri concorrenti che hanno delle quote di mercato significative. Negli States i dati sono giustificati anche dalla crescente diminuzione di Yahoo nonostante le novità portate dalla CEO Marissa Mayer come il recente restyling . Ne avevamo già parlato in un precedente articolo che trovi qui.

I ricavi della pubblicità in pay per clic sono aumentati circa del 20% per gli annunci visualizzati nella rete dei siti Google che nella rete di contenuti. Nonostante l’aumento il costo medio per clic CPC è diminuito del 4%.

Un buona fetta dei ricavi di Big G (circa il 25%) è data anche dai guadagni legati ai siti partner del circuito AdSense che hanno generato circa 3,25 miliardi di dollari.

Non male anche i siti di proprietà di Google stessa che hanno generato un +18% su base annuale con ricavi pari a 8,64 miliardi di dollari.

Ad incidere sui ricavi saranno stati sicuramente anche i recenti aggiornamenti dell’algoritmo che hanno fatto volare i ricavi su AdWords. Ottimi risultati anche dalle revenue sulle applicazioni e sui giochi ottenute grazie al Play Store. Unica nota stonata i dati di Motorola ancora negativi.

Insomma Larry Page e soci non se la passano affatto male, in fondo sono ancora fra i pochi in grado di innovare.

Google ultimamente sta mettendo a disposizione degli sviluppatori sempre più strumenti e guide che facilitano di fatto il lavoro a molte persone. Il settore mobile è ormai maturo, in Italia ci sono più smartphone che in qualunque altro paese Europeo. Dalle parti di Big G hanno messo a disposizione degli strumenti che possono aiutare a misurare l’efficacia delle campagne di marketing su mobile.

Il ROI  è uno dei crucci di molti marketers che provano sempre a portare dai clienti delle analisi per dimostrare che il loro lavoro in relazione al capitale investito porta effettivamente dei benefici.

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Ma come si misura l’efficacia di una campagna mobile ?

E’ giustificato l’investimento su un sito responsive ? Dalle parti di Google provano a rispondere con un sito Move Mobile dove si specifica una cosa fondamentale :

Il fatto che un sito sia visualizzabile su un tablet o uno smartphone non significa che questo sia ottimizzato per il mobile”

mobile-inserzionisti

Insomma ci vuole ben altro per essere veramente mobile oriented. Sul sito ci vengono presentate delle aree di interesse molto curate:

  • Perchè è importante avere un sito mobile ?
  • Testare il proprio sito per smartphone con un tool interessante
  • Guide di settore ed un elenco di aziende che ti aiutano a creare un sito mobile

Tutto questo per capire veramente il “Full value of mobile”. I numeri basterebbero da soli a giustificare degli investimenti in questo settore se pensiamo che oltre il 73% di italiani usa uno smartphone per navigare ed il 67% degli utenti è più disponibile ad acquistare da un sito mobile – friendly.

Come viene visualizzato il tuo sito mobile ?
Come viene visualizzato il tuo sito mobile ?

Nonostante questo le aziende italiane sono ancora lontane dal fare degli investimenti seri in questo settore anche se alcuni grossi brand si muovono ed investono. In questo video il Google-pensiero a riguardo:

Ma è veramente conveniente investire nel mobile ? Da Google ne sono convinti anche perchè i loro ricavi pubblicitari crescono al contrario di Facebook che ancora non è riuscita a guadagnare abbastanza dai tutti gli utenti che ogni giorno usano il suo social.

Per convincere gli inserzionisti sono necessari allora degli strumenti in grado di orientare la scelta verso questo tipo di nvestimenti. Il sito HowToGoMo offre anche altro, guide e sopratutto casi di successo di aziende straniere ed italiane divise per ogni paese. Il tutto per dimostrare il teorema : Investire in pubblicità su mobile funziona.

Grazie all’integrazione con i dati della piattaforma pubblicitaria AdWords e ai dati statistici di Analytics i tools sono in grado di “misurare” delle metriche come il valore per clic, il costo di acquisizione combinandoli in un calcolo del ROI totale. Gli strumenti di calcolo (disponibili in lingua inglese qui http://www.howtogomo.com/fvm/en/d/) sono in grado di analizzare vari passi che devono essere compilati rispondendo ad una serie di domande.

Interessanti i video messi a disposizione, aspettiamo ovviamente la versione italiana del tool di calcolo.

10 Regole per essere veramente mobile ?

10-regole-mobile-marketing

Puoi trovare una serie di strumenti e informazioni interessanti che possono aiutare davvero chi lavora in questo specifico settore.

E tu come ti stai comportando a riguardo ? Hai investito pesantemente sulle piattaforme mobili o pensi di farlo ?

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