Politica italiana, tra arroganza e Mignottocrazia
Che il senso dello Stato, dell’onestà e della pubblica decenza della nostra classe politica sia praticamente assente, è cosa nota. Ma leggendo le carte della recente indagine che ha scoperchiato il vaso di Pandora delle spese pazze alla Regione Lombardia, viene da pensare che c’è anche altro.
I politici italiani non sono solo ladri, scusate la semplificazione, sono anche arroganti, sono sicuri della loro impunità e dei lori privilegi, sono arroganti. Insomma, non si fanno problemi a spendere 800 euro per un aperitivo in un hotel di lusso di Milano e poi a metterlo in nota spese, come scopriamo ha fatto la nota consigliera regionale Nicole Minetti. Viene da chiedersi quanti litri di Crodino abbia ingurgitato la bella Nicole, le cui note spese ammontano a ben 27.000 euro.

Tra ristoranti di lusso e acquisti costosi, dalle indagini è venuta fuori anche una spesa molto più modesta, ma estremamente significativa: la Minetti ha messo in nota spese 16 euro utilizzate per acquistare il libro di Paolo Guzzanti Mignottocrazia.
Il senatore Guzzanti, ex sostenitore di ferro di Silvio Berlusconi, scrisse questo libro quando si rese conto del sistema di potere che si era creato attorno all’allora Presidente del Consiglio e i suoi libertini Bunga Bunga. E proprio una delle protagoniste del libro è la Minetti che avrebbe, almeno secondo l’autore e secondo la Procura della Repubblica di Milano, ottenuto il posto di candidata al Consiglio della Regione Lombardia non per i suoi meriti politici o sociali ma per ragioni puramente sessuali.
In questa sede non mi interessa, appurare, cosa abbia fatto (e a chi…) Nicole Minetti per arrivare al Pirellone. Interessa molto di più sottolineare come la totale mancanza del pudore di questa signorina vada ben al di là dell’aspetto sessuale. Insomma, usare i soldi pubblici per acquistare un libro che costa appena 16 euro e di cui, tra l’altro, si è protagonisti in modo negativo è uno schiaffo a coloro che, come si dice, non riescono ad arrivare alla fine del mese e comunque sono costretti a pagare tasse su tasse per mantenere in piedi la baracca.
Qualcuno dirà che in Italia si ruba da sempre, fin dall’Unità. E’ vero, non lo possiamo negare. Ma probabilmente si rubava con più stile, con l’aplomb democristiano o con il rigorismo morale del PCI (ricordiamoci Primo Greganti che si fece anni di galera per non rivelare nulla dei retroscena delle tangenti rosse).
Poi arrivarono i socialisti e la volgarità irruppe anche nella corruzione. Sulla scena politica fecero irruzione nani e ballerine (rimane quasi leggendario un congresso del Partito Socialista Italiano che si svolse a Bari e in cui ebbero una parte di rilievo le ballerine o supposte tali, almeno per quanto riguarda l’intrattenimento notturno dei delegati).
E dai nani e ballerine dei tempi socialisti siamo poi passati alla seconda repubblica, con il bunga bunga, la mignottocrazia e la mancanza anche solo del senso della misura.
A qualcuno può venire in mente di rivolgersi a Beppe Grillo ma forse sono in molti che stanno pensando aridatece Andreotti!