Google invade Yahoo

Google invade Yahoo

crisi yahoo

Le autorità antitrust USA e Europee devono dormire sonni tranquilli, molto tranquilli. E’ questa l’unica spiegazione (o almeno la meno maliziosa) per spiegare l’inattività dei guardiani del libero mercato nei confronti di Goolge.

Non solo il motore di ricerca mette in atto pratiche che vanno molto al di là della correttezza nella gestione dei suoi indici e della pubblicità contestuale, ma ormai ha un atteggiamento complessivo spiccatamente monopolistico.

L’ultimo esempio è davvero eclatante: Yahoo e Google, i due ex grandi nemici, hanno appena firmato un accordo per cui Google fornirà annunci contestuali per i contenuti di Yahoo. In pratica Yahoo si piega ad inserire gli Adsense nei proprio contenuti, esattamente come potrebbe fare un ragazzino che apre un blog. E qui le riflessioni che partono sono due.

La caduta di Yahoo

crisi yahoo

Yahoo è una delle più antiche internet company e una delle più blasonata. Su Yahoo troviamo di tutto: motore di ricerca, contenuti di vario tipo, applicazioni, persino un sito di foto sharing come Flickr, che ha anticipato di anni la moda di Instagram. Eppure Yahoo ha sempre avuto problemi a monetizzare e fare profitti.

Yahoo ha in casa un vero e proprio tesoro di contenuti, tecnologie, siti web ma non riesce a fare profitti probabilmente perché non ha mai avuto la barra dritta come Google che, malgrado le apparenze, si è sempre avventata sui mercati con l’intenzione di occuparli militarmente.

Anche nelle strategie aziendali Yahoo è stata estremamente ondivaga: ha fatto una montagna di acquisizioni, spesso rivelatesi inutilmente onerose, ha stretto accordi con Microsoft e poi con Google, ha cambiato i vertici un numero infinito di volte.

E probabilmente anche l’organizzazione interna è carente. Ricordo, ad esempio, che alcuni anni fa provai ad acquistare pubblicità su Yahoo per conto di un mio cliente. Fu un incubo. Mentre comprare pubblicità da Google è semplice ed immediato, con pagamento automatico con carta di credito e senza intermediazioni umane, con Yahoo tutto è inutilmente complicato (o almeno era perché dopo quell’esperienza non ci ho più riprovato).  Arrivarono persino a smarrire alcune fatture e ad inviarne altre a doppio al mio cliente. Probabilmente anche per questo Yahoo attualmente non riesce a vendere da solo la sua pubblicità ed è costretto a ricorrere al suo nemico per riempire i suoi spazi nel migliore dei modi.

Lo strapotere di Google

Google, al contrario di Yahoo, è una compagnia ben gestita e ben organizzata. Ha saputo capitalizzare bene le sue risorse e le sue tecnologie oltre che il successo indiscusso che ha riscosso presso il pubblico. Dobbiamo dire che i servizi Google funzionano bene, su questo non ci sono dubbi. Il problema di fondo è che, una volta raggiunto il successo, Google sta cercando di espandere il proprio business e i propri profitti, il che è legittimo, ma lo sta facendo cercando appunto di annientare la concorrenza. E se ha messo in ginocchio i piccoli publisher indipendenti con gli aggiornamenti algoritmici, adesso prova anche ad impossesarsi degli spazi pubblicitari di uno dei suoi principali concorrenti.

Il sonno dell’antitrust genera i mostri monopolistici.

Laureato in Informatica, si occupa da 10 anni di internet e nuove tecnonologie attraverso diverse iniziative imprenditoriali.

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