Come guadagnare 1 milione di euro al mese con la content curation
Abbiamo già discusso, qualche tempo fa, con un articolo che si chiedeva se la content curation fosse un’attività seria oppure una moda passeggera. Ebbene, qualunque sia la risposta a questo interrogativo, sicuramente la content curation sta diventando un grande business. Per prima cosa stanno spuntando come funghi corsi che spiegano ai neofiti come fare content curation: si tratta di un business molto lucroso visto che non dipende assolutamente dai risultati effettivi che si riescono ad ottenere ma semplicemente dalla capacità di far balenare nella mente degli interessati il miraggio di un guadagno elevatissimo.
Ma iniziano anche a presentarsi esempi concreti di piccoli imprenditori di internet che grazie alla content curation riescono ad ottenere dei risultati economici molto interessanti. Il caso di cui vogliamo parlare oggi è quello di AppGratis, fondata dall’imprenditore francese Simon Dawlat quando era ancora uno studente. Si tratta di un’applicazione gratuita che ha avuto un successo strepitoso: è stata infatti scaricata da più di 10 milioni di utenti. Ma ancora più grande è il successo in termini di utilizzo effettivo: ben 3 milioni di persone, secondo quanto dichiarato dallo sviluppatore, utilizzano l’applicazione tutti i giorni.
Ma che cosa fa AppGratis?
Semplicemente, segnala ogni giorno una nuova applicazione all’interno del App Store di Apple. Un servizo che si rende sempre più necessario visto che le applicazioni disponibili sono orami più di 750.000. Ed anche un segno dell’evoluzione del web: si fa, in questo caso, application curation utilizzando proprio un’applicazione.
Il fondatore di AppGratis, Simon Dawlat
C’è da dire che in questo caso si tratta di una forma di curation che ha, al suo interno, una fonte componente di marketing visto che le applicazioni segnalate (una al giorno) sono di solito applicazioni a pagamento che diventano gratis per un giorno. E ovviamente ad AppGratis viene riconosciuta, in diversi casi, una commissione da parte degli sviluppatori delle applicazioni. Ed è proprio grazie a queste commissioni che l’azienda è arrivata a incassare più di un milione di euro al mese e a potersi permettere uno staff di 30 persone che si occupa, oltre che degli aspetti tecnici, soprattutto di scovare applicazioni interessanti per gli utenti.
Il fatto che così tanti utilizzino questo tipo di servizio dimostra, una volta di più, che per pescare il meglio dal mare di informazioni, servizi e applicazioni disponibili gratis (o a pagamento) su internet non bastano più i motori di ricerca: ci vuole anche la scelta editoriale di curatori. Un po’ un ritorno all’antico, se vogliamo, visto che agli albori del web le risorse più interessanti erano organizzate in directory.
Un’ultima annotazione: questo articolo e queste riflessioni mi sono state suggerite da una segnalazione di Robin Good (fatta qui), uno dei massimi esperti di content curation italiana…